Il Corpo Bandistico di Caldonazzo nasce nel 1906 come “Unione Fanfaretta dei Pompieri” su iniziativa di Francesco Chiesa, viceispettore del corpo di soccorso locale.

La data di questa sua prima fondazione è giunta fino a noi grazie a un documento depositato presso la Cassa di Risparmio cooperativo che ricorda la stipula di un prestito di 800 Corone da parte della Fanfaretta allo scopo di comprare strumenti musicali e accessori. Il primo tentativo di concerto, probabilmente nella primavera del 1906, si rivelerà un insuccesso; la situazione peggiorò poi ulteriormente pochi mesi dopo quando il maestro, don Costantino Dallabrida, a causa di un suo trasferimento a Trento, fu costretto ad abbandonare una bandina già minata nello spirito. 

Dopo un periodo difficile, la rinascita nei primi mesi del 1907 avvenne sotto la direzione di Secondo Agostini, già maestro della vicina bandina di Levico Terme, che con il suo lavoro assicurò all’associazione nuovi soci e simpatie paesane.

Il 19 maggio 1907 il “Comitato promotore” convocò l’Assemblea con lo scopo di fondare una Bandina sociale autonoma dal Corpo dei Vigili del fuoco: è l’inizio ufficiale della storia della Banda di Caldonazzo. Nella stessa occasione venne anche stilato il “Regolamento Generale della Bandina Sociale di Caldonazzo” che in dieci punti dettò norme precise di comportamento per i componenti. 

È datata invece 10 maggio 1908 la prima Assemblea dei Soci per la nomina della Direzione, la lettura del nuovo Statuto, l’approvazione del bilancio, l’adozione del Regolamento integrato con gli adeguati riferimenti allo Statuto. 

Il primo Statuto venne ufficialmente approvato il 29 giugno 1908 mentre l’8 luglio dello stesso anno la Banda entrò a far parte del Registro delle Società presso il Capitanato Distrettuale di Borgo.

Questo nuovo entusiasmo sarà la spinta per un’ulteriore crescita sotto la direzione di Giovanni Serra, insegnante di San Giovanni in Persiceto (Bologna) e già direttore del complesso di Pergine. È a lui che si deve la composizione dell’Inno a Caldonazzo; le parole sono invece opera di Silvio Gasperi. La versione che attualmente viene eseguita è infine frutto di una riarmonizzazione del 1977 del maestro Bruno Wolf.

Con l’avvento della Grande Guerra prima e della Seconda Guerra mondiale poi, l’attività musicale subì un arresto nonostante il tentativo di rilancio fra le due guerre. La vera ripresa avverrà solo con gli anni ’50 e con gli entusiastici sforzi di Italo Chiesa. Non mancheranno ulteriori momenti difficili per l’associazione, soprattutto nei primi anni del 1960, ma con l’aiuto del maestro Bruno Wolf, che la dirigerà dal 1965 al 1993, la banda riuscirà finalmente a rifiorire e stabilizzarsi.

Negli anni '70 si fecero scelte innovative come la dotazione di un repertorio con brani brillanti e moderni e l’introduzione di nuovi strumenti come i primi tromboni a tiro e i corni, fino alle percussioni negli anni ‘80. Anche l'immagine del Corpo bandistico venne migliorata con l'acquisto delle nuove divise nel 1986. Un ulteriore passo in questa direzione è stato compiuto nel 2007 in occasione del Centenario di fondazione: sulle basi di un’approfondita ricerca storica del Dott. Helmut Rizzoli, con il contributo economico del Comune di Caldonazzo, della Cassa Rurale di Caldonazzo e della Regione Trentino-Alto Adige, è stato adottato il costume tradizionale della zona.

Attualmente l’associazione conta una cinquantina di musicisti di età compresa fra i 13 e i 70 anni e una ventina di allievi la cui formazione musicale è sostenuta dalla Federazione dei Corpi Bandistici del Trentino a cui la banda è affiliata, con il sostegno economico della Provincia Autonoma di Trento. L’attività bandistica è sostenuta logisticamente ed economicamente dal Comune di Caldonazzo e le iniziative con visibilità sovracomunale anche dalla Cassa Rurale Alta Valsugana. 

Spirito di collaborazione e partecipazione alla vita di comunità sono due degli elementi chiave di questo Corpo Bandistico.