BANDA SOCIALE DI LAVIS

Direttore:
ADRIANO MAGAGNA
Presidente:
ERICH REFATTI
Indirizzo:
PIAZZA LORETO 38015 LAVIS
Un po' di storia

CENNI STORICI Quando nel 1979 la Banda Sociale di Lavis festeggiò il suo settantacinquesimo compleanno (in quei anni era attribuito al 1904 l'anno di fondazione), il ruolo d'onore fu affidato alla Banda di Buckenhofen Forchheim (una cittadina della Germania con la quale i trentini avevano stretto amicizia) che aprì nel paese una "due giorni" di incontri e concerti; poi, cori e bande, sfilate di gruppi sportivi, associazioni culturali e grande folla. Fu un momento di transito, in una lunga esistenza, da un passato tormentato dalle date, a tempi moderni di apertura verso l'Europa. Il gemellaggio musicale con la Germania era già il segno di una maturazione delle idee verso confini alpini che anche nella musica popolare trova la sua esplosione negli anni Settanta. La rincorsa al turismo spettacolo, alla riscoperta del folclore locale fa si che valli e paesi si aprano al confronto con l'estero e il fare vacanza fuori confine, anche nelle forme dell'impegno culturale come può essere la preparazione di un concerto e l'esibizione di una Banda, diventa un costume sempre più seguito. In questo senso la Banda di Lavis raccoglie gli umori culturali della città, se ne fa portavoce in una periferia che assume sempre più dignità urbana, perfeziona il suo modo di fare cultura.
I dati di nascita della Banda Sociale di Lavis ce li fornisce Casetti, nella sua "Storia di Lavis". Il ritratto di un complesso d'ottoni, che sfila ordinatamente al seguito di una processione religiosa nel 1855, è il primo documento che attesta l'esistenza della Banda a Lavis, benché quasi certamente l'effettiva costituzione della compagnia musicale sia da far risalire più indietro nel tempo. L'esistenza negli anni successivi è dimostrata da una serie di atti amministrativi - il contributo di 50 fiorini da parte del comune nel 1865, l'approvazione dello statuto il 6 dicembre 1867 - che ne sanciscono il ruolo pubblico.
L'istituzione di una Banda Sociale con statuto in 27 articoli viene invece datata nel 1903 e il primo concerto l'8 settembre 1904 (maestro Odorico Tonello di Trento, primo presidente il dott. Carlo Sette). Più in là Clemente Lunelli rintraccia nel tempo l'esecuzione di una Messa in musica, nel 1806, affidata a un orchestra costituita in gran parte da membri della Filarmonica di Trento. L'avvenimento, citato in una corrispondenza di don Candido Berti ad Antonio Mazzetti, serve a noi per chiarire che "in Lavis non vi fu mai un orchestra tale".
La storia è ricca di citazioni. In un lontano ritratto musicale, Lavis accoglie i suoni antichi dell'insegnamento quando fra il Comune e il primissario, vale a dire il prete che diceva messa prima, avvengono intese di insegnamento del canto e della musica accanto "al leggere e allo scrivere". La data è remota - 1646 - ed è riportata dal Casetti che già annota, come abbiamo visto, l'esistenza di una Banda nel 1855 all'interno di un movimento culturale che sembra allargare gli orizzonti della piccola borgata oltre la foce dell'Avisio, coltivando la passione dei cori da chiesa (sicuramente uno attivo nel 1727) e più avanti una biblioteca scolastica dove cresce l'attenzione allo studio (un'altra data certa, il 1872). La Banda dunque si organizza con uno statuto nel 1867; è Banda civica e non si sa, fino a quando vive e come. Di certo nel 1903 viene alla luce una Banda Sociale "che diede apprezzati concerti e fu ricostituita nel 1946".
Dalle cronache di Lavis pare che gli avvenimenti di grande richiamo siano due in quel lontano 1904: l'arrivo della luce elettrica che verrà festeggiato con una giornata di musica (29 maggio, Circolo mandolinistico e Banda di Trento) a fare da cornice all'inaugurazione dell'impianto; e l'esordio della Banda dell'8 settembre. Quasi un anno prima, il 29 novembre 1903, l'assemblea dei soci era risultata per qualche ragione, non precisata, irregolare; la nuova convocazione, l'8 dicembre, aveva espresso il presidente, il vice presidente, i delegati e il segretario. La cronaca comincia a scorrere. La direzione si riunisce nello studio della farmacia Romani e, nelle giornate d'estate, nel giardino; oppure nella sede de "Il Quadretto" che Italo Varner, in una sua ricerca, ricorda come sottosezione della Lega nazionale.
La Banda nasce fra mille difficoltà economiche che frenano gli entusiasmi; qualcosa si risolve con la grande tombola del 1904 o suonando il 15 ottobre 1905 negli intermezzi del dramma in cinque atti "Le figlie abbandonate". Il problema dell'uniforme che assomiglia "tanto a quella della fanteria del regio esercito italiano da non poterla distinguere" (Capitanato Distrettuale, 16/10/1905) viene risolto con un compromesso: giubbe in panno blu, calzoni in panno noce e berretti in panno blu. L'inaugurazione impone una festa particolare, ciò che avviene il 10 novembre 1907 con un concerto in Piazza Centrale. La Banda, formata da 26 elementi, suona in quell'occasione per la prima volta dal palco armonico. La grande parata attraverso la storia del paese continua l'11 ottobre 1909 con il concerto in onore del viaggio inaugurale della Trento- Malè.
L'avvio veloce, che porta il complesso a sostenere impegnativi confronti con il pubblico, impone presto anche un discorso di revisione artistica. Siamo nel 1913 quando si avverte la necessità di bandire un concorso per maestro-direttore. Non che si voglia smentire le doti del maestro Quidicini, che per sei anni ha diretto il complesso; certamente si impone l'esigenza di istituire un vivaio costruendo una scuola allievi che dia garanzie per il futuro. I programmi della Banda sono in questo senso ambiziosi: il maestro dovrà impartire quattro ore al giorno di lezione (esclusi domeniche e i giorni festivi) e dovrà organizzare un concerto di verifica ogni 20 giorni. L'impegno costerà 1320 corone l'anno, un vero e proprio stipendio. I frutti si hanno quasi subito con il maestro Quarantotto, che insegna musica a 15 allievi. Poi la guerra. Nel 1915 la Banda si ferma. I militari chiudono le porte alla musica. C'è un contratto di locazione firmato nel gennaio 1915 dal presidente Carlo Sette, e dal Comando di battaglione di stanza a Levico per la cessazione temporanea dell'intero patrimonio strumentale. Dovrebbe essere questione di mesi e invece agli strumenti fanno seguito nel 1916 le divise.
La ricostruzione avviene fra il 1920 e il 1921 sotto la spinta del maestro Cordin e del nuovo presidente Domenico Varner. Dei vecchi strumenti non è rimasto molto: 3 bassi, 2 genis, 2 bombardini, 5 clarini, un paio di piatti, una grancassa. La nuova direzione prende vita il 28 dicembre 1921. La cronaca di Italo Varner è dettagliata, entra nei risvolti, cita una modifica allo statuto con la quale la Banda si impegna a non prestarsi a dimostrazioni anti religiose: è segnale dei tempi, una difesa anticipata. La nuova vita è breve. La Banda si rifiuta di eseguire la marcia reale e l'inno di "Giovinezza", cade sotto il giudizio disciplinare del Direttorio di Lavis e si sfascia. Il silenzio va dal 1923 al 1927 quando "una nuova Banda dopolavoro - commissario il dott. Giovanni Serra - "si affaccia alla storia del paese. I documenti affermano che non ha nulla a che vedere con la vecchia Banda disciolta.
La cronaca va avanti in modo frammentario durante il periodo fascista e negli anni della seconda guerra mondiale. Marcello Piffer e Gino Girardi sono tra i protagonisti della nuova fase, dopo la liberazione. Il primo prende in mano la direzione, il secondo dà lezioni di musica, istruisce gli allievi, cura il vivaio. Gli anni Cinquanta sono ancora di assestamento. Si lavora sul patrimonio strumentale, si curano le divise, si mette mano al palco armonico. Ma anche l'attività strumentale ha delle punte di rispetto (un'uscita a Innsbruck è segnata nel luglio del '56, tre anni dopo i festeggiamenti per il cinquantesimo della fondazione della banda che coronano un ciclo fortunato di sei concerti). Quello di Innsbruck è soltanto l'anticipo di un'apertura verso le Alpi, che la Banda seguirà con particolare attenzione allacciando rapporti con la Germania, culminati nel gemellaggio del 1978 con Buchenhofen Forchheim e nella partecipazione (1986) al triangolare musicale Italia-Austria-Yugoslavia. Successivamente la Banda si esibisce in Svizzera e instaurerà nuovi gemellaggi, tuttora in corso, con gruppi musicali d'oltralpe e non: la banda musicale di Pont San Martin (V. d'Aosta), nel 1990 la Banda di Schwabmünchen (D), nel 1992 con un gruppo folcloristico della repubblica Ceca, nel 1993 con la Banda Musicale di Sesto Fiorentino (FI), nel 1997 con la Banda di Weerberg (A) e nel 1999 con la Banda Hohensalzburg (A). 
L'attività moderna è ricca di novità, è in crescita continua. Adriano Magagna, maestro dal 2011, sta dando il meglio di sé per poter sfruttare tutte le sue ampie conoscenze musicali a favore dei bandisti, affinché si possa continuare a proporre progetti di concerto innovativi ed originali. 
L'attuale Direttivo, con alla presidenza Erich Refatti fa tutto resto, affiancando alla musica un'organizzazione attenta e puntuale, in modo tale da creare una Banda a tutti gli effetti: buona musica ma anche tanta voglia di stare tutti insieme a suonare. 

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